In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
“Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”.

MEDITAZIONI

Il cristiano che giudica può essere peggiore di coloro che giudica. E’ significativo il rapporto tra la pagliuzza e la trave. E’ un difetto diffuso e Gesù ne contesta duramente la legittimità.

Tutti siamo esigenti in fatto di correttezza morale, quando si tratta degli altri. Gli esami di coscienza più minuziosi sono quelli fatti alla coscienza degli altri. I peccati che condanniamo con maggiore intransigenza sono quelli commessi dagli altri. Siamo pronti a denunciare con disinvoltura i peccati dei politici, amministratori, degli imprenditori, dei liberi professionisti, dei commercianti, dei preti , dei vescovi… Ognuno di noi ha in tasca la diagnosi e la terapia appropriata per guarire i mali altrui. I doveri e le mancanze degli altri non hanno segreti per noi. Sul capitolo dei doveri ci mostriamo giustamente duri, esigenti. Stranamente però siamo molto permissivi quando si tratta dei nostri doveri e delle nostre inadempienze. E poi ci sono le guide cieche. Qui la presunzione (e l’ipocrisia) può toccare punte altissime. Siamo guide cieche quando pretendiamo di imporre agli altri i nostri punti di vista, i nostri criteri morali, come l’unico valido cammino di crescita.

L’ipocrita, l’uomo mediocre e superficiale può coprire i difetti e limiti, ma la realtà vera, presto o tardi emerge e finisce per rivelare la profonda povertà dell’uomo.

Chiediamo il coraggio di affidarci alla parola provocatoria del Signore, difficile ma ricca di grandi stimoli e capace di aprire grandi orizzonti di senso.