Dal Vangelo secondo Marco

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

L’Eucaristia è la fonte ed il cuore di tutta la nostra fede: lì Gesù vi ha concentrato tutti i gesti salvifici, lì ce ne comunica il frutto facendo crescere in noi la vita divina fino a farci divenire “simili” a Lui.

Il Vangelo descrive la cura con cui Gesù ha celebrato quella cena pasquale dell’anno 30, l’ultima dell’antica alleanza e la prima della nuova alleanza.

Riprendendo tutti i riti dell’antica, li trasformò in quella nuova. In particolare, nella cena ebraica si mangiava l’agnello che era stato immolato al Tempi, il cui sangue era versato sull’ltare a significare l’anneanza di sangue, di vita , di destino del popolo con il suo Dio.

Ora Gesù parla “del MIO SANGUE” il sangue dell’alleanza. All’Agnello dell’alleanza si sostituisce Se Stesso, il Suo Corpo spezzato ed il suo Sangue “versato per molti” cioè sacrificato in croce come “L’Agnello di Dio che toglie i peccato del mondo ”

Con il proprio Sangue ci ha procurato una redenzione eterna: offrendo Se Stesso senza macchia a Dio ha purificato la nostra coscienza dalle opere morte per servire al Dio vivente.

Signore, Tu che ci inviti a mangiare lo stesso Pane per ritrovare coraggio e gioia. Tu che prepari per noi sulla tavola la coppa di vino, Tu che ci fai bere alla gioia del Regno e ci ricordi che solo il dono della vita del tuo Figlio Gesù ha potuto invertire la rotta del mondo verso un futuro di beatitudine, santifica la mia anima ed il mio corpo, la mia mente ed il mio cuore. Rinnovami completamente, radica il tuo amore in tutto il mio essere e fà che la Tua santità rimanga in me. Signore Gesù, sii tu il mio aiuto ed il mio protettore, dirigi la mia vita nella pace. Rendimi degno di essere un giorno posto alla Tua destra con tutti i Santi, nella gloria del cielo. Amen

C’è un profumo di pane, Signore, che mi riporta alla memoria la fatica quotidiana di ogni persona semplice, le gioie della mensa comune, sobria, ma ricca di fraternità, i volti raggianti e limpidi di chi svolge la sua parte di lavoro con onestà e con impegno.

C’è un profumo di pane, Signore, che mi spinge a cercare di rendere più bella quella parte di mondo che tu hai affidato anche a me, che mi invita a condividere le risorse che hai messo nelle mie mani ed a non cercare di trattenere per me la parte più sostanziosa per cedere agli altri solo le briciole.

Come sarà bello questo mondo , Signore, quando il profumo del pane lo invaderà e gli uomini potranno saziarsi alla mensa comune. Donaci, o Cristo, docilità, obbedienza ed umiltà perché da Te sedotti, sappiamo abbandonarci a Te, per vivere di Te e, sazi del Tuo amore, possiamo entrare nella Tua gioia e restare con Te per i secoli dei secoli. Amen.